GENITORI E ADOLESCENTI IN QUARANTENA
In questo momento di emergenza eccezionale siamo come tornati al Medioevo, quando per sfuggire alle pandemie si rimaneva confinati tra le mura domestiche. Più volte si è scritto e detto che questa è l’occasione di rafforzare le relazioni famigliari, in particolare con i nostri figli. Tuttavia, quando abbiamo a che fare con degli adolescenti e i loro contrasti emotivi, la sfida non è solo quella di combattere il Coronavirus, ma anche di riuscire ad essere dei buoni genitori in un momento di confinamento e isolamento sociale.
Da un lato abbiamo i genitori che si sono scoperti un po’ incapaci di “so-stare” nella relazione con i figli perché poco abituati a farlo, dall’altro dei ragazzi chiusi in casa, gomito a gomito con mamma e papà H24, con la vita sociale completamente annullata proprio in una fase della crescita che per definizione è nel “fuori”.
Mai come in questo periodo di chiusura in casa si è entrati in contatto con il disordine adolescenziale, che è una delle cause principali di litigi e discussioni in famiglia. A volte sembra che sia esplosa una bomba nella loro stanza, altre volte i ragazzi seminano cose un pò dappertutto. Combattere contro il disordine adolescenziale è una guerra persa. Si scontrano punti di vista opposti, che non troveranno mai una conciliazione e che generano nell’adulto molta frustrazione e rabbia per l’apparente mancanza di rispetto dei figli.
Quali possono essere gli ingredienti per cercare di rafforzare il legame genitore-figlio in questa complesso periodo storico e farlo diventare un momento di crescita per entrambi piuttosto che un conflitto generazionale?
- Innanzitutto dobbiamo considerare anche il punto di vista dei ragazzi. Gli adolescenti stanno imparando ad organizzare il tempo, gli spazi, a creare un loro ordine interiore ed è normale che non riescano ad essere coerenti con un loro ordine esterno. Il disordine adolescenziale è l’espressione della personalità del ragazzo in piena fase di cambiamento e crescita. Quindi non dobbiamo imporre il nostro concetto di ordine perchè devono sviluppare il loro per poter essere autonomi e neanche imporre dei tempi. I tempi di un adolescente non sono mai i nostri. Attenzione che anche il troppo ordine e perfezionismo (quello che piacerebbe tanto a noi!!) sono espressione di eccessiva rigidità e controllo, che risultano controproducenti.
- In queste giornate dove tutti siamo “iperconnessi”, tra lezioni a distanza di qualsiasi tipo, smartworking e videochiamate con gli amici e i famigliari, ci stiamo accorgendo che ci sediamo a tavola desiderosi di staccare dal virtuale. La tavola è una zona franca, dove è possibile stare in una relazione reale, spesso con tempi più dilazionati rispetto alla normale quotidianità fatta di ritmi frenetici. Aprofittiamo di questi momenti per dare spazio al dialogo e all’ascolto dei nostri ragazzi.
- Quello che facciamo e diciamo, ma soprattutto “come” lo diciamo, ha un potere enorme nel produrre effetti sui figli. Per comunicare in modo efficace con un adolescente si deve evitare di puntualizzare e predicare su qualsiasi cosa alimentando ulteriormente l’oppositività e la ribellione tipica dell’età. Domandando invece che affermare e, chiedendo invece di ordinare, abbiamo sicuramente maggiori probabilità che quello che desideriamo venga messo in atto. Inoltre dobbiamo allenarci alla pazienza e alla gentilezza, due semplici ma complesse doti che in questo difficile momento diventano armi infallibili per evitare conflitti, anche con i nostri figli.
- Riscopriamo il piacere dello stare insieme, non solo per dovere di fare famiglia. Durante una quarantena, che sta ormai diventando un’”ottantena”, proponiamo appuntamenti fissi da condividere insieme durante la settimana (non dobbiamo esagerare perchè è importante lasciargli anche i loro spazi) come guardare un film, una bella serie su Netflix, preparare una torta… Dobbiamo ovviamente cercare di proporre e non imporre quello che vogliamo noi, tenendo conto delle loro esigenze e dei loro gusti. Questi diventeranno momenti indelebili nella “galleria dei ricordi” di tutti noi.
- La parola responsabilità, così usata in questo periodo, deve guidare le azioni di tutte le generazioni, in particolare, è il momento di far sentire importanti i nostri figli adolescenti, facendo scoprire a loro il vero valore della responsabilità attraverso l’attribuzione di nuovi compiti domestici e relazionali: creare il menù, preparare talvolta il pranzo o la cena, affiancare il fratello o la sorella minore nella svolgimento dei compiti scolastici, farci aiutare con il loro “intuito digitale” nel migliorare il nostro approccio ai device, videochiamare quotidianamente i nonni per far loro compagnia, ecc.
- Come adulti abbiamo il dovere di non riversare sui ragazzi le nostre angosce e paure, ma neanche fingere che “andrà tutto bene”. Occorre quindi evitare le due posizioni opposte e cercare di parlare ai ragazzi in maniera realistica della sofferenza, dolore, morte e incertezza futura che accompagnano questa difficile fase. Se gli adulti tendono a negarli significa che non sono i ragazzi a non essere pronti a capire quei sentimenti, ma gli adulti a non essere in grado di parlarne.
Per i ragazzi questa esperienza di reclusione è un sacrificio che rappresenta un allenamento alla vita, che forse come genitori del terzo millennio non avremmo mai immaginato di dover imporre, convinti di crescerli felici, senza fatica e senza frustrazione. Anche questo periodo difficile può quindi essere utile per cominciare a crescere giovani adulti, resilienti e più responsabili verso se stessi e gli altri.