Dott.ssa Giorgia Fabbri – Psicologa Psicoterapeuta

Ipocondria - Psicoterapeuta a Cento e Ferrara

IPOCONDRIA E PATOFOBIA

“ Una malattia immaginaria è peggio di una malattia”

Proverbio Yiddish

Moliere, nel suo celeberrimo “Malato immaginario”, ci offre uno splendido affresco degli atteggiamenti e dei comportamenti del soggetto ipocondriaco. Argante, il protagonista dell’opera, con le sue paure mandava in tilt tutti medici, i quali non riuscivano mai a dargli una risposta soddisfacente e la giusta cura. Rispetto al Seicento di Moliere, in epoca moderna la patologia si è ulteriormente evoluta: proprio perché abbiamo a disposizione molte più conoscenze e strumenti diagnostici sempre più precisi, la credenza illusoria di controllare qualunque malattia si è così amplificata che patofobia e ipocondria sono tra i disturbi in maggiore crescita negli ultimi anni. Chi ha il terrore di essere ammalato o colpito da una malattia fulminante (collasso, infarto, aneurisma) ricorre di continuo ad esami diagnostici anche quando non sono necessari o del tutto inutili. Infatti è ben noto che non esistono diagnosi precoci certe e nessuna prevenzione efficace per l’infarto o altre condizioni gravi e letali. Al contrario, mediante la ricerca compulsiva di rassicurazione i soggetti si illudono di prevenire qualunque problema.

Differenza tra patofobia e ipocondria

“L’ipocondriaco si immagina di avere tutte le malattie di cui sente parlare”

Kant

Il patofobico usualmente si fissa su una singola e specifica forma di pericolo per la sua salute e la combatte in modo ossessivo. Nella maggior parte dei casi teme le sindromi fulminanti come l’infarto o l’ictus, ma talvolta può fissarsi anche su patologie a lenta progressione, come il tumore o le malattie degenerative come la sclerosi multipla. L’ipocondriaco, invece, va nel panico per qualunque minima alterazione del proprio organismo, trasforma il minimo dolore in sintomo sicuro di una grave malattia organica. Spesso gli ipocondriaci arrivano a essere così stressati della lotta costante contro ogni minima sensazione minacciosa, da abbassare le difese immunitarie e divenire così artefici di ciò che temono.

La Terapia Breve Strategica dell’Ipocondria

  • Il paziente ipocondriaco ha difficoltà ad accettare le sensazioni fisiche del momento: si ascolta e si ispeziona compulsivamente, produce un’ansiosa amplificazione somatosensoriale, infine catastrofica fantasticando possibili malattie. Questo circolo vizioso può essere interrotto attraverso opportune tecniche strategiche costruite ad hoc e la tentata soluzione del controllo compulsivo viene così dirottata per costruire o ripristinare una più sana e serena percezione di sé e del proprio corpo.
  • E’ inoltre opportuno che il terapeuta guidi il paziente ad interrompere la ricerca diagnostica e la rassicurazione medica.
  • La tentata soluzione più rappresentativa dei problemi ipocondriaci è sicuramente quella della         socializzazione e della lamentazione…. Un ipocondriaco può soffrire in molti modi, ma mai in silenzio ha scritto un Anonimo. Il paziente ipocondriaco, infatti, è da sempre rappresentato nell’atto di lamentarsi con accanto dottori, parenti e amici. Come nella famosa commedia di Moliere. La paura di ammalarsi e delle malattie diviene così l’argomento abituale di conversazione. L’esperienza clinica dimostra che parlare è il modo più potente per amplificare la percezione e quindi l’ansia e porta alla costruzione del ruolo del malato. Il terapeuta deve quindi guidare il paziente a incanalare e a far defluire la socializzazione e la lamentazione invece di esserne travolto.
  • La logica strategica prevede inoltre il cercare di confrontarsi con la paura interrompendo evitamenti e precauzioni (esempio la tendenza ad evitare l’attività fisica tipica del cardiofobico) e di bloccare e interrompere le tentate soluzioni sistemico-familiari (esempio la tendenza dei familiari a dare continue rassicurazioni e spiegazioni).

Per saperne di più:

Nardone G., 1993 – Paura, Panico, Fobie – Ponte alle Grazie, Firenze
Nardone G.
2000 – Oltre i limiti della paura – Rizzoli, Milano
Nardone G., 2003 
– Non c’è notte che non veda il giorno – Ponte alle Grazie, Milano
Nardone G., 2007
 – Solcare il mare all’insaputa del cielo – Ponte alle Grazie, Milano

Nardone G., 2013Psicotrappole – Ponte alle Grazie, Milano
Nardone G., 2016 La terapia degli attacchi di panico – Ponte alle Grazie, Milano

Bartoletti A., Nardone G., 2018 – La paura delle malattie – Psicoterapia Breve Strategica dell’ipocondria – Ponte alle Grazie, Milano

Efficacia dei Protocolli di trattamento nei Disturbi d’Ansia e Attacchi di Panico

(fonte: Nardone, Balbi, 2008)

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