Dott.ssa Giorgia Fabbri – Psicologa Psicoterapeuta
FOBIE SPECIFICHE E FOBIE GENERALIZZATE
“Esistono tante realtà quante se ne possono inventare”
Oscar Wilde
Parafrasando questo aforisma di Oscar Wilde si può affermare che “esistono tante paure quante se ne possono inventare”. Le fobie specifiche o monofobie si riferiscono a quel tipo di paura immotivata focalizzata su una singola realtà, che può essere un animale, una situazione, una fantasia, un rumore, un oggetto o altro ancora. La fobia può essere limitante solo rispetto alle situazioni in cui la realtà spaventosa appare, oppure, può divenire gradatamente una fobia pervasiva e generalizzata che diviene fortemente impedente rispetto ad ogni aspetto della vita del soggetto.
Qualunque cosa può divenire oggetto di paura e fobia, ma si osservano alcune forme ricorrenti.
- Le monofobie più comuni sono le zoofobie, ovvero la paura specifica di un animale. Esempi frequenti ripresi direttamente dalla mia pratica clinica sono: la paura dei ragni (aracnofobia), delle cimici, dei piccioni, dei topi, dei cani e dei gatti.
- Altre forme decisamente comuni di singola paura in grado di scatenare il panico sono quelle situazionali:
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- la paura dell’altezza o acrofobia
- la paura dei luoghi chiusi o claustrofobia
- la paura di rimanere soli o allontanarsi o agorafobia
- la paura di stare in mezzo alla gente o fobia sociale.
Queste ultime, molto spesso, tendono a diventare fobie generalizzate, poichè essendo relative a situazioni di vita molto comuni, la persona che ne è affetta entra facilmente nel loop delle tentate soluzioni dell’evitamento e della richiesta dell’aiuto. Queste reazioni condurranno il soggetto a costruirsi, nell’arco di pochi mesi, una situazione di panico pervasiva e impedente.
- Oltre alle classi di monofobia di tipo zoologico e situazionale, un’altra tipologia molto diffusa è la paura del contagio attraverso il contatto con siringhe, sangue, sporco, sostanze contaminanti…In questi casi la fobia può evolvere verso una sindrome ossessiva compulsiva basata su rituali di pulizia o una forma di fissazione ipocondriaca, con la ricerca di continui controlli medici.
- Un’altra forma di monofobia estremamente rilevante è la paura di perdere il controllo o paura di lasciarsi andare, che si associa alla tendenza ossessiva di avere tutto sotto controllo e impedisce alla persona di vivere qualunque forma di situazione piacevole. Le paure più ricorrenti di questa categoria sono le seguenti:
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- paura di vomitare o emetofobia
- paura di arrossire in pubblico o eritrofobia
- paura di parlare in pubblico
- paura di volare
- paura di sudare eccessivamente
- paura di guidare
- A queste quattro classi di paura, se ne può aggiungere una quinta che è il timore esasperato di eventi catastrofici: incidenti, terremoti, alluvioni, lutti, perdite, abbandoni amorosi….Queste fobie si basano sul timore, da parte del soggetto, di un incontrollabile evento futuro che incida nel cambiare la sua attuale realtà.
Le tipologie di fobia si evolvono in linea con l’evoluzione del nostro stile di vita e della nostra società. Espressione di questo cambiamento è una fobia molto recente:
– la nomofobia, cioè la paura di non avere un telefono cellulare o di rimanere disconnessi. In questo caso è sufficiente che lo smartphone si spenga o si disconnetta (per la batteria scarica o per assenza di copertura di rete) e si va in panico.
FOBICI NON SI NASCE, MA SI DIVENTA
In tutti i casi di fobia, la sintomatologia espressa è la stessa. Infatti, la persona quando si trova in determinate situazioni ritenute spaventose manifesta una reazione di panico connotata soprattutto da: blocco dei pensieri e della ragionevolezza, reazioni fisiologiche alterate, tachicardia, respirazione affannosa, sintomi di svenimento, il tutto associato all’esigenza irrefrenabile di fuggire e/o chiedere aiuto e protezione.
Per quanto riguarda la modalità con cui, a partire dallo stimolo, si giunge alla psicopatologia vera e propria, il meccanismo è sempre lo stesso. Chiunque soffra di un disturbo fobico mette in atto in modo ridondante tre “tentate soluzioni” disfunzionali (vedi anche Ansia e Attacchi di Panico):
- evitamento delle situazioni associate all’insorgere della paura
- richiesta di rassicurazione e aiuto da parte di qualcuno, pronto a intervenire in caso di crisi di panico
- Il controllo delle proprie reazioni psicofisiologiche che fa perdere il controllo.
Questo è l’usuale copione comportamentale dei soggetti fobici messo in atto nel tentativo di gestire la paura, ma che in realtà risulta essere ciò che mantiene e fa peggiorare il disturbo. Tali tentate soluzioni vengono attuate e reiterate poiché sul momento critico funzionano come riduttori della paura, oppure sono atti preventivi per evitare l’insorgere del panico, ma questo è solo l’effetto immediato poiché tale copione porterà al peggioramento della sintomatologia fobica. La persona attanagliata da una fobia non è in grado di avere una visione a lungo termine, in quanto nel momento del panico, l’unica cosa importante è ridurre il proprio terrore. Spesso, i fobici si rendono conto che le loro strategie per combattere la paura, finiscono per farla aumentare ma non sono in grado di cambiarle.
L’autodiagnosi di un disturbo fobico è piuttosto semplice da effettuare: basta misurare quanto le nostre paure ci impediscano di realizzare i nostri desideri o le nostre capacità. Una volta rilevato che la paura ha superato la soglia tra reazione di adattamento e diviene reazione di disadattamento, si rende necessario l’intervento dello specialista.
LE FOBIE GENERALIZZATE
“La paura è la cosa di cui ho più paura”
Michel De Mointaigne
Il miglior modo per definire una fobia generalizzata è la paura della paura che scatena il panico.
Questo è un tipo di disturbo completamente pervasivo, all’interno del quale il soggetto spesso non ha più bisogno di stimoli esterni per avere paura, poiché, è la sua stessa percezione di realtà che “inventa” il pericolo e la sensazione di minaccia ovunque. Quando una persona arriva a questo livello di paura pervasiva, di solito, riferisce che ciò che la fa stare più male è proprio la paura dell’innescarsi di tutte le usuali reazioni psicofisiologiche (tachicardia, vertigini, sbandamenti…) che la stessa paura innesca.
La persona affetta da un disturbo fobico generalizzato manifesta due tipi di profonda paura:
- paura di morire
- paura di perdere la lucidità e di impazzire.
LA TERAPIA DEI DISTURBI FOBICI
“Guarda la paura in faccia e cesserà di turbarti”
Sri Yukteswar
Il coraggio, apparentemente l’opposto della paura, in natura non esiste: altro non è che la paura guardata in faccia e trasformata da limite in risorsa. Nessuno è in grado di superare volontariamente una paura generalizzata, anzi più ci si sforza di non avere paura e più la paura aumenta. Infatti, si potrebbe pensare che sia sufficiente spiegare al soggetto dove sbaglia e chiedergli di correggere il proprio comportamento. Tuttavia c’è una forte resistenza al cambiamento del proprio equilibrio anche quando quest’ultimo appare chiaramente disfunzionale. Pertanto non è facile fare in modo che un fobico smetta di evitare, di chiedere rassicurazioni e aiuto e di controllare ciò che non può controllare.
Di conseguenza, si rendono indispensabili tecniche terapeutiche (inconsueti “compiti” che il paziente deve svolgere alla lettera) che spostano l’attenzione della persona su particolari azioni o pensieri che gli permettono di vivere reali esperienze di cambiamento senza averle deliberatamente previste, in quanto, se fossero state volontariamente cercate, il blocco della paura sarebbe emerso impedendo l’esperienza di cambiamento.
La terapia in tempi brevi dei disturbi fobici si basa su una strategia che, muovendo da suggestivi stratagemmi terapeutici costruiti ad hoc per le specifiche tentate soluzioni che mantengono il problema, si evolve in una serie di guidate esperienze concrete di superamento della paura sino al recupero completo, da parte del paziente, della fiducia nelle proprie capacità e risorse personali.
Il protocollo di trattamento terapeutico messo a punto presso il Centro di Terapia Strategica di Arezzo, sperimentato e comprovato, rappresenta la “best practise” nella terapia dei disturbi fobici e attacchi di panico.
Per saperne di più:
Nardone G., 1993 – Paura, Panico, Fobie – Ponte alle Grazie, Firenze
Nardone G., 2000 – Oltre i limiti della paura – Rizzoli, Milano
Nardone G., 2003 – Non c’è notte che non veda il giorno – Ponte alle Grazie, Milano
Nardone G., 2007 – Solcare il mare all’insaputa del cielo – Ponte alle Grazie, Milano
Nardone G., 2016 – La terapia degli attacchi di panico – Ponte alle Grazie, Milano
Nardone G., 2013 – Psicotrappole – Ponte alle Grazie, Milano
Efficacia dei Protocolli di trattamento nei Disturbi Fobici
(fonte: Nardone, Balbi, 2008)